lunedì 20 aprile 2015

Cambiare la legge elettorale conviene?

Cambiare la legge elettorale conviene?

Sicuramente si, visto che da oltre dieci anni in Italia quando si va a votare per l'elezione del parlamento (e di conseguenza del governo), non si riesce a capire chi ha vinto, se non dopo qualche giorno e spesso con distacchi limitatissimi tra chi vince e chi arriva secondo.

Celebri sono i casi del 2006 e del 2013, in cui prima l'Ulivo e poi il PD, sono arrivati "primi" con distacchi di un zerovirgola, e per governare hanno dovuto ricorrere a maggioranze "variabili" o coalizioni che comprendevano le più diverse anime della politica, che hanno causato la caduta del governo (nel 2008) e la sostituzione (2014) del Presidente del Consiglio di turno.

Ma anche quando qualcuno ha vinto con alti numeri (vedi Berlusconi nel 2008), ha dovuto far ricorso a una maggioranza talmente variegata che dopo tre anni è finito in minoranza e sostituito al governo.

Questa situazione di "impossibile governabilità" perenne, ha come causa una legge elettorale, il cosiddetto "porcellum", che presentava una sistema di elezione talmente subdolo da non consentire maggioranze stabili e durata dei governi. 

Una legge che è stata sonoramente bocciata da ogni parte politica, persino da chi la scrisse, e che alla fine è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale nel 2013.

Da quel momento iniziarono i lavori per la redazione e l'approvazione di una nuova legge elettorale che garantisse governabilità, che desse nuovamente la possibilità ai cittadini di scegliere i propri esponenti attraverso la reintroduzione delle preferenze, che assegnasse in modo corretto i premi di maggioranza.

Dopo quasi due anni da quel momento, ci ritroviamo con una proposta di legge, "l'Italicum", che è in discussione in parlamento e che è stata concepita per centrare gli obiettivi che abbiamo visto; una legge elettorale che, è bene precisarlo, è stata predisposta dal governo e dalla stragrande maggioranza dei parlamentari (PD, Nuovo Centrodestra, Forza Italia, e praticamente tutti gli altri tranne Lega, Sel e M5S).

Tuttavia più la legge andava avanti al Senato e alla Camera, più i dissidi tra queste forze andavano aumentando; le cause però non sono solamente legate alla legge in sè, ma spesso a dissidi interni dei partiti (vedi PD) o "ripicche" per come sono state gestite altre situazioni (vedi Forza Italia che cambia idea dopo l'elezione del Presidente della Repubblica).

Ora, il dubbio che si insinua è che in realtà manca una componente fondamentale per portare avanti questa nuova legge elettorale: la reale volontà di cambiarla.

Perchè, come detto all'inizio, fin dall'entrata in vigore tutti i partiti erano, a parole, d'accordo a cambiare la legge elettorale, ma dopo dieci anni (10!) non si riesce ad andare avanti spediti, per il semplice motivo che quella legge "porcata" conveniva a tutti i partiti che avevano la possibilità di scegliere loro i parlamentari e di conseguenza tutte le altre cariche.

Così come oggi non si vuole approvare l'Italicum, per il motivo evidente che renderebbe più forte e sostanzialmente imbattibile il Presidente del Consiglio attuale, il quale forte di questo "potere", spinge per l'approvazione a qualunque costo.

La soluzione al problema, per evitare che passi un'altra legislatura senza che si abbia una legge elettorale degna di questo nome, la dà Francesco Costa nel suo articolo "L'elefante nell'Italicum", in cui dice una cosa abbastanza semplice: nonostante la legge in discussione non sia a migliore possibile, essa raggiunge alcuni obiettivi:

- permette di conoscere la sera delle elezioni il vincitore;
- permette la vittoria di una lista (quindi anche un solo partito qualora fosse in grado di superare il 40% dei voti) evitando il ricorso a coalizioni e maggioranze variabili;
- ridà, anche se solo in parte, la possibilità di scegliere i parlamentari con la reintroduzione parziale delle preferenze.

Ripeto, non sarà la legge migliore, ma sicuramente sarebbe un buon modo per andare a votare con la consapevolezza di poter scegliere il vincitore.

Inoltre, nulla vieta, come detto da Francesco Costa, che il giorno dopo l'approvazione non si possano iniziare nuovamente i lavori per andare a migliorare quelle parti che presentano problemi.

Se vi state domandando ma allora perchè non fare una legge perfetta subito, la risposta è abbastanza scontata: perchè se dobbiamo aspettare che riescano a fare la legge perfetta ci ritroviamo al 2018 (forse) a votare con una legge ancora peggiore con la quale la situazione sarà, se possibile, peggiore di quella attuale.

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